martedì 23 agosto 2011

#allovertheworld - Please, speak slowly because I can't understand you

C’è una cosa che ho imparato in Inghilterra: quello che ti hanno insegnato a scuola non serve a niente.
Arrivi lì e ti mancano le parole per dire anche le cose più semplici, non riesci a ricordarti come si chiede anche solo un bicchier d’acqua. Ma alla fine ti abitui e vivi bene.
Gli inglesi sono un po’ freddi, non molto espansivi, ma sono gentili e rispettosi delle regole e degli orari. Disciplinati, ecco. Dicono sempre “please”, “thank you” o “sorry” per qualsiasi cosa, e mi ci è voluto un po’ per disabituarmi –non che io non dica grazie, prego e scusa, ma lo dicevo in inglese a chiunque, pure ai bambini!-.
Non hanno la cultura del cibo, non sono sempre pulitissimi, ma dappertutto ci sono persone che non sanno cucinare e che non si lavano (anche contemporaneamente, purtroppo!).
Alla fine, nonostante alcune difficolta, mi sono trovata più che bene perché mi trovavo in un bel posto, ospite di una signora gentilissima insieme a una ragazza spagnola simpatica e adorabile che hanno contribuito a farmi sentire a casa: per due settimane quella è stata la mia casa, ma non ci si abitua all’idea subito.
Oh, un’altra cosa: gli inglesi non sanno guidare. Se vedono un pedone accellerano, corrono pure se sta diluviando e hanno il vetro talmente appannato da non vedere a due centimetri dal parabrezza. Ah no…questo succede pure qua. Ma loro sono peggio. Poi la guida a destra…ogni tanto guardo ancora a destra prima di attraversare!
Per il resto parleranno le foto che ho scattato, anche se non sono una grande fotografa e alcune sono uscite sfocatissime perché sono riuscita a rompere lo schermo della macchina fotografica, quindi non vedevo cosa stavo fotografando. Ecco, mi devo ricordare di spedirla all’assistenza dopo Madrid!



lunedì 22 agosto 2011

#me - Grande?

Mercoledì, all’ora di pranzo, partirò per Madrid. Viaggio dei 18 anni con i miei amici. Tutto prenotato, valigie da fare –ma sono cinque giorni, lascio la valigia mezza vuota. Mmm visto che è mezza vuota magari quello ci sta. E anche quell’altro. La valigia sarà piena, me lo sento-.
Non mi sento 18 anni. Sapevo che non sarebbe cambiato niente, me l’avevano detto e me l’ero immaginato. Ma io avevo la piccola speranza di sentire qualcosa dentro, un segnale che mi avvertisse di essere grande. A 18 anni ci si sente grandi, padroni del mondo e capaci di fare tutto, e volevo capire come ci si sentisse.
E invece niente, ho ancora la voce da gallina e dimostro 15 anni (beh, l’anno scorso me ne hanno dato 14, quindi quest’anno ne dovrei dimostrare almeno 15, no?).  18 anni sono solo un numero, non una sensazione. Non sono ancora indipendente (“Mamma, da oggi sarò indipendente in tutto e per tutto!” “Allora inizierai a lavarti le mutande da sola?” “Ehhh! No aspetta non sono così tanto indipendente!”) e non sono grande.
Ma va bene così.
Sembro pure presentabile :D

giovedì 11 agosto 2011

#boom - Growing up

+18
Sono entrata nel mondo dei grandi, anche se non dimostrerò mai la mia età sia fisicamente che mentalmente. Olè :D