Gli ho scritto di quando gli versavo l'acqua e lui non la beveva. Gli ho scritto di quella volta che si è messo la tartaruga di plastica sulla testa per convincermi a mangiare. Gli ho scritto della notifica dei messaggi sul telefonino. Gli ho scritto di quanto io abbia pensato che fosse più forte di tutto e di tutti e di quanto mi dispiacesse vederlo stare male, nonostante le varie riprese. Gli ho scritto che contavo si riprendesse anche questa volta con l'ostinazione di una nipote che vuole bene a suo nonno. Gli ho lasciato intendere che ci ho creduto con tutte le mie forze, le stesse che il mio corpo ha usato per farmi piangere tutte le mie lacrime. Gli ho scritto che non lo so se ci rincontreremo mai, ché di certezze non ne ho più, se mai le ho avute, e che questo non mi ha certo facilitato l'accettazione della sua scomparsa. Credo profondamente nella vicinanza fisica. Sono una persona troppo materialista per accontentarmi dei ricordi. Ma mi ricorderò di lui, così come mi ricordo di nonno Salvatore.
Gli ho scritto tutto questo e gliel'ho lasciato vicino, insieme ai giornali che andava a prendere ogni giorno alla mattina, sempre troppo presto.
Non ce la faccio a essere razionale, non ce la faccio a pensare che questo è il ciclo della vita. Non me ne frega un cazzo, onestamente. Forse ci farò l'abitudine, ma non me ne farò mai una ragione.
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mercoledì 20 marzo 2013
#me - Gli ho scritto
domenica 6 gennaio 2013
#me - Di valvole di sfogo
Scrivo veloce perché ho dei tempi da rispettare, anche se probabilmente non darò risultati concreti o decenti.
Ho passato periodi migliori. Pensavo positivo, sorridevo, nessuno mi trasmetteva la propria insoddisfazione nei miei confronti. Non avevo bisogno di una valvola di sfogo, qualcosa che mi calmasse i nervi, mi facesse distendere i muscoli, bloccasse le lacrime.
Ora sì. Ora ho bisogno di qualcosa che mi faccia dimenticare anche solo per pochi istanti tutto e tutti, che mi faccia abbandonare la testa all'indietro, chiudere gli occhi e stroncare sul nascere i pensieri di ripicca, le risposte velenose, le lacrime di rabbia e frustrazione. Per non parlare delle lacrime immotivate, quelle che spuntano dal dotto lacrimale all'improvviso, senza una ragione, che mi fanno sentire stupida e fanno arrabbiare chi mi chiede cosa ho perché rispondo che non ho niente. Perché è vero, non ho niente, non mi è successo niente. Ma piango comunque e il buonumore -o l'umore normale- scema via, lasciandomi un muso lungo due metri. E questo li fa incazzare. Ho il nodo alla gola, sto zitta e loro si incazzano. Sì, mi sembra giusto. Una logica inoppugnabile. Peccato che questo tipo di logica venga analizzato dagli psicologi, non dai filosofi.
Dicevo? Ah sì, la valvola di sfogo. Ogni tanto penso che vorrei provare a fumare. Io, che ne ho sempre temuto gli effetti collaterali. Dicono sia una bella sensazione e io ho bisogno di una bella sensazione.
Ma, conoscendomi, potrei tranquillamente strozzarmi al primo tiro. Sì, è abbastanza plausibile.
Io avrei voluto nascere normale, ve lo giuro.
Ho passato periodi migliori. Pensavo positivo, sorridevo, nessuno mi trasmetteva la propria insoddisfazione nei miei confronti. Non avevo bisogno di una valvola di sfogo, qualcosa che mi calmasse i nervi, mi facesse distendere i muscoli, bloccasse le lacrime.
Ora sì. Ora ho bisogno di qualcosa che mi faccia dimenticare anche solo per pochi istanti tutto e tutti, che mi faccia abbandonare la testa all'indietro, chiudere gli occhi e stroncare sul nascere i pensieri di ripicca, le risposte velenose, le lacrime di rabbia e frustrazione. Per non parlare delle lacrime immotivate, quelle che spuntano dal dotto lacrimale all'improvviso, senza una ragione, che mi fanno sentire stupida e fanno arrabbiare chi mi chiede cosa ho perché rispondo che non ho niente. Perché è vero, non ho niente, non mi è successo niente. Ma piango comunque e il buonumore -o l'umore normale- scema via, lasciandomi un muso lungo due metri. E questo li fa incazzare. Ho il nodo alla gola, sto zitta e loro si incazzano. Sì, mi sembra giusto. Una logica inoppugnabile. Peccato che questo tipo di logica venga analizzato dagli psicologi, non dai filosofi.
Dicevo? Ah sì, la valvola di sfogo. Ogni tanto penso che vorrei provare a fumare. Io, che ne ho sempre temuto gli effetti collaterali. Dicono sia una bella sensazione e io ho bisogno di una bella sensazione.
Ma, conoscendomi, potrei tranquillamente strozzarmi al primo tiro. Sì, è abbastanza plausibile.
Io avrei voluto nascere normale, ve lo giuro.
lunedì 24 settembre 2012
#me - Pesciolini ripescati
Non mi avevano preso in Architettura e, devo dirlo, ci ero
rimasta male. Ci ero rimasta male perché volevo fare quello e non essere presa
poteva solo significare che non mi ero impegnata abbastanza (cosa vera, tra l’altro).
Un fallimento, ecco. I fallimenti non piacciono a nessuno, neanche a quegli
stoici che l’importante è partecipare,
ve lo giuro.
Ma il mare è pieno di pesciolini e io sono stata ripescata.
Domani avrò un po’ da correre tra la facoltà di Ingegneria
dove sono già immatricolata per farmi smatricolare
(LOL) in modo da poter fare l’immatricolazione online per Architettura. Poi l’8
ottobre iniziano le lezioni e l’orario è pesante, sì, ma c’è un motivo per cui
decido di impegnarmi e dare il meglio di me, io che sono la pigrizia fatta
persona e che non riesco a mantenere la concentrazione per più di cinque
minuti.
Inzomma, sono felice :3
sabato 8 settembre 2012
#me - Fattene una ragione
Me lo scrivo perché metterlo nero su bianco significa
concretizzarlo e io ho bisogno di concretizzare.
Giù, non sei brava, non sai fare un cazzo, non sei meglio di
nessuno. Fattene una ragione. Non diventerai miliardaria entro i 25 anni. Forse
non sarai nulla per il resto della vita e sarai soltanto una tra i tanti. Fattene
una ragione, Giù, perché non si vive di illusioni e di progetti campati in aria
senza una base.
Senza una base una casa crolla, dovresti saperlo, no?
lunedì 9 luglio 2012
#me - Risparmiare per la seta
È come chiederti se vuoi indossare soltanto la seta o se ai saldi punti unicamente ai vestitini in poliestere di Zara. Vorresti la seta, ma il poliestere a 19,99 ti va bene, lo indossi spesso, è comodo. Non ci pensi più di tanto, vedi, compri e passa la paura.
Ora che il tempo c'è la mia testa può pensare a tutto ciò senza farlo per evadere dagli studi di funzione, dalle simulazioni, da "Freud non è male, me lo ricordo bene perché ho seguito. Se proprio devo do solo una lettura".
La seta è nelle mani di chi se la drappeggia addosso così bene che può permettersi di sentirsi una spanna sopra gli altri. La seta può, il poliestere fa lo spiritoso con "Io può! haha!".
La seta è liscia al tatto perché ha delle certezze che fanno sì che la vita, nei limiti del possibile -anche questa è una certezza della seta-, vada così come ha deciso stamattina, quando ha messo piede fuori dal letto. Il poliestere è invitante, ma al tocco è un po' strano, non convince più di tanto, è un tessuto sintetico che produce pieghe innaturali e si sgualcisce subito: il poliestere non ha certezze, non ha ben capito se crede in Dio o se è il suo fanclub a fargli un po' impressione, non sa da che punto iniziare per smettere di mangiare animali morti perché l'ha sempre fatto e ora francamente mmm il libero arbitrio sconvolge un po' un regime alimentare, ha qualche problema con la coerenza e le giustificazioni a tanti commenti cattivi su tutto e tutti -TUTTI TUTTI TUTTI- sembrano sempre plausibili MA. Il poliestere ti convince una volta per una cresima tra due giorni, lo abbini con quelle scarpe che hai da un po', mai messe, e poi non ti convince più, o non hai più occasioni. Costa poco anche a prezzo pieno, per una volta si può fare.
La seta sui tacchi cammina, il poliestere arranca perché non ci è abituato. Il poliestere nasce per essere a buon mercato, mica è destinato a pochi ma buoni.
La seta trova il modo di aggirare il punto e virgola e organizzare la frase in un altro modo, il poliestere fa la morale sull'uso della virgola, ma al punto e virgola, dopo anni, cerca ancora di interpretare la spiegazione della maestra alle elementari.
Però non ho capito se vale la pena risparmiare per la seta.
Ora che il tempo c'è la mia testa può pensare a tutto ciò senza farlo per evadere dagli studi di funzione, dalle simulazioni, da "Freud non è male, me lo ricordo bene perché ho seguito. Se proprio devo do solo una lettura".
La seta è nelle mani di chi se la drappeggia addosso così bene che può permettersi di sentirsi una spanna sopra gli altri. La seta può, il poliestere fa lo spiritoso con "Io può! haha!".
La seta è liscia al tatto perché ha delle certezze che fanno sì che la vita, nei limiti del possibile -anche questa è una certezza della seta-, vada così come ha deciso stamattina, quando ha messo piede fuori dal letto. Il poliestere è invitante, ma al tocco è un po' strano, non convince più di tanto, è un tessuto sintetico che produce pieghe innaturali e si sgualcisce subito: il poliestere non ha certezze, non ha ben capito se crede in Dio o se è il suo fanclub a fargli un po' impressione, non sa da che punto iniziare per smettere di mangiare animali morti perché l'ha sempre fatto e ora francamente mmm il libero arbitrio sconvolge un po' un regime alimentare, ha qualche problema con la coerenza e le giustificazioni a tanti commenti cattivi su tutto e tutti -TUTTI TUTTI TUTTI- sembrano sempre plausibili MA. Il poliestere ti convince una volta per una cresima tra due giorni, lo abbini con quelle scarpe che hai da un po', mai messe, e poi non ti convince più, o non hai più occasioni. Costa poco anche a prezzo pieno, per una volta si può fare.
La seta sui tacchi cammina, il poliestere arranca perché non ci è abituato. Il poliestere nasce per essere a buon mercato, mica è destinato a pochi ma buoni.
La seta trova il modo di aggirare il punto e virgola e organizzare la frase in un altro modo, il poliestere fa la morale sull'uso della virgola, ma al punto e virgola, dopo anni, cerca ancora di interpretare la spiegazione della maestra alle elementari.
Però non ho capito se vale la pena risparmiare per la seta.
domenica 27 maggio 2012
#me - Metterlo per iscritto è terapeutico
La vita non mi sta andando
granché bene.
Sono fottutamente egoista e
voglio bene solo a me stessa. Ho passato anni a essere invisibile per gli altri
e di conseguenza per me stessa. Ora sto facendo pagare le conseguenze agli
altri.
Do molta importanza alla
scuola.
Sono un po’ presuntuosa perché
ammetto di raggiungere dei risultati se mi impegno.
Ho la lacrimuccia facile. Mooolto
facile.
Odio non avere un libretto di
istruzioni: sarebbe molto più facile sapere come ci si deve comportare in
determinate situazioni o, meglio ancora, come non crearle proprio.
Sono stronza e una parola
cattiva ce l’ho per tutti, da chi mi sta sulle palle a chi mi ama.
Amo follemente i pinguini.
Se invidio qualcuno non lo
critico: che senso ha fare come la volpe con l’uva? (Quando scrivo su twitter
che quelle con i capelli lisci e morbidi devono essere delle stronze, infatti,
scherzo).
Sono contraria alla pena di
morte.
Ho paura del buio e dei
coltelli puntati addosso.
Raramente esco di casa senza
smalto.
Voglio studiare architettura
ad Alghero, ma ho paura di non essere presa (ne prendono 25…) e di rimanere senza
fare nulla per un anno.
Credo che la bellezza sia uno
dei concetti più soggettivi esistenti. Una ragazza può essere bella per dei
canoni quasi universali, ma molto spesso trovo queste ragazze belle e basta,
senza niente che mi intrighi.
Riconosco i miei limiti e
molto spesso mi dico che punto troppo in alto. E contraddico uno dei punti più
su, dove dico di essere presuntuosa. Vado a momenti.
Sono incoerente e cambio idea
molto spesso.
Odio i Soliti Idioti.
domenica 13 maggio 2012
#me - La mia mamma
Come tutti, la mia mamma ha dei difetti: mi chiama con i
nomi più svariati e ha un caratterino niente male, tanto che combatterci ogni
volta è dura. Ma la mia mamma ha molti più pregi: tra tutti i nomi e nomignoli
con cui mi chiama, sa che Giuli e Giulietta non li deve usare perché non mi
piacciono; il suo carattere è tanto duro quanto forte, e nonostante tutto ha
affrontato tanti problemi con forza e coraggio, come solo una mamma riesce a
fare; è la cuoca migliore del mondo, che cucina la pasta ai gamberi per il
resto della famiglia anche se lei, appassionata di crostacei, da un paio di
anni è allergica e non li può praticamente neanche toccare. Le sue torte, poi, non hanno mai
trovato nessuno che abbia detto “Non mi piace”.
Io voglio bene alla mia
mamma, pure quando mi fa arrabbiare e c’ha le palle girate ♥
sabato 5 maggio 2012
#me - "Di cosa vuole parlarci il candidato?" Paura a priori.
La cosa che più mi spaventa dell’esame di stato (o
maturità, chiamatelo come cacchio vi pare) è il fatto che è il primo vero esame che mi ritroverò ad
affrontare.
“Di cosa vuole
parlarci il candidato?”
La mia tesina sarà su quell’argomento tanto banale, tanto
“lo fanno tutti” che non porta più nessuno: l’antisemitismo. Titolo: Se questo è un uomo – La vittima e il
carnefice. Niente immagini, perché mostrare le immagini degli ebrei smunti,
ridotti a muoversi per inerzia, senza luce negli occhi è facile, ma io voglio
descrivere l’orrore del pensiero nazista. Certi orrori si comprendono anche
solo dalle parole. Il Mein Kampf è un orrore verbale, prima che pratico. Eugenetica.
Decidere chi ha diritto di vivere e chi deve morire. Il testo di riferimento, come si può intuire dal titolo, è
“Se questo è un uomo” di Primo Levi.
Il mio biglietto di presentazione per la mezz’ora più
lunga della mia vita.
Mi chiedono di diventare adulta, di mostrare la mia
maturità, il frutto di cinque anni di liceo scientifico.
Io ai compiti di
matematica faccio davvero 2+2 con la calcolatrice per essere sicura di non
sbagliare.
Paura a priori.
(Tornerò non so quando con un post frivolo su Lana del
Rey, le sue unghie, il suo cd e i suoi fiori trai capelli e su tante altre cose
che cancelleranno con un colpo di spugna la vaga impressione di serietà che questo post può aver lasciato in qualche
lettore occasionale. Lo giuro.)
mercoledì 25 aprile 2012
#me - Random
Ogni tanto scrivo cazzate. Molto spesso le dico e molto
spesso è un eufemismo.
Raramente parlo di cose serie e quando lo faccio perdo il
filo del discorso (probabilmente alla fine di un discorso nego con fervore l’affermazione
con cui ho iniziato il mio monologo).
Non rileggo i temi prima di consegnarli. Non l’ho mai
fatto e credo che non lo farò neanche alla maturità, perché non mi piace quello
che scrivo.
Mi ritengo più intelligente di tanti altri per una serie
di motivi. Non è vanità, è che gli altri sono stupidi.
Non è bellissima la mia nuova cover? È un panda! ♥
Tò, momento pubblicità:
sono su Instagram (qui) e ogni tanto carico foto. Se vedete le mie e vi
spaventate non vi consiglio di seguirmi. ♥
martedì 20 marzo 2012
#me - Sono tutti pazzi
Ieri gli operai stavano montando i mobili del bagno e io,
con papà, ero lì vigile a controllare come stavano procedendo. Papà, giusto per
fare conversazione, dice a uno degli operai: “Sai, Giulia vorrebbe fare
architettura. Voi avete a che fare con gli architetti?”
“Sì. Sono tutti pazzi. Qualcuno normale c’è, ma sono pochi. Gli
altri sono tutti pazzi.”
Voglio fare la pazza.
lunedì 12 marzo 2012
#me - I dubbi sono tanti, le paure anche di più
100 giorni alla maturità, tesina non
ancora iniziata e mani in testa per strapparmi i capelli. Università,
“dopo i test di ammissione voglio assolutamente fare un viaggio,
magari a Londra”, “ma non mi prendono all'università, andrò a
fare la barbona”. “Se mi prendono ad Alghero mi dovrò trovare
qualche lavoretto, non posso dipendere dai miei”, Alghero è una
distanza relativa che credo di poter affrontare, più vicina del
continente (i sardi la
penisola la chiamano così) a casa. “Ale! Guarda questo libro di
architettura! È enorme! È bellissimo! Un giorno li scriverò io
questi libri, e li venderò a 30 euro l'uno pure se c'hanno solo
trenta pagine. Un euro l'una.”.
Quando
riuscirò a...bo, trovare il tempo? Finire di studiare e mettermi
seriamente al pc? Trovare un mouse?... scriverò un post su un
negozio online che non spedisce in Italia (straaano!) ma che mi piace
parecchio.
sabato 3 marzo 2012
#me - Non sono adatta
Non sono adatta a ciò che desidero. Voglio essere
qualcosa troppo fuori dalle mie corde, da ciò che sono sempre stata. Non credo
potrò essere tutto se non sono mai stata niente.
Non sono figa, non ho dei bei capelli, non sono
fotogenica, non mi so truccare, non mi abituerò mai a camminare sui tacchi e
non dirò mai cose davvero intelligenti. Ho tanto, ma a volte mi dico che mi
sono abbandonata agli eventi, alle persone perché era l’unica soluzione, perché
altrimenti sarei rimasta sola.
Ci provo. Giuro, ci provo. È che non mi viene bene.
Spero sempre che avvenga qualcosa che mi faccia cambiare
tutta d’un colpo, che mi faccia essere ciò che desidero. Qualcosa che mi
scombussoli tutto.
Non capisco se mi devo far bastare ciò che ho e limare
alcune piccole cose o se debba tentare il colpaccio rischiando di ritrovarmi
punto e a capo o forse anche prima del punto e a capo.
Mai che il mio boyfriend sia puntuale, il sabato. Ogni
volta che ho tempo inizio a pensare. E se penso son cazzi amari, perché mi
vengono in mente pensieri fin troppo oggettivi che purtroppo vorrei non avere…
domenica 6 novembre 2011
#me - Random
Sono un po’ di cattivo umore, domani mattina sveglia alle 4
per studiare latino ed entrare a scuola con metà classe assente. I capelli mi
si stanno sporcando in tre giorni e li lavo ogni volta anche se non dovrei
lavarli così spesso, l’altro giorno ho preso un’insufficienza al test di fisica
e il tema che ho scritto la settimana scorsa mi fa schifo schifo schifo. Quando
arriva il freddo mi dimentico come si fa ad avere caldo, non ho niente di decente da mettermi, ho la
necessità impellente di uscire per comprarmi qualcosa, tipo un paio di stivali.
Voglio un paio di stivaletti come quelli di questo post (quelli di Senso e Dolce Vita, non quelle schifezze di Jeffrey Campbell).
Francamente, ne ho le palle piene. L’unica soddisfazione è
sapere di aver preso 9 all’interrogazione di storia, ma pare che i voti a
scuola non siano utili per determinare l’intelligenza di una persona, specie se
quella persona sono io.
#me - Mia mamma dice che sono scema (e c'ha ragione)
sabato 17 settembre 2011
domenica 4 settembre 2011
#me - Truly Madly Deeply
Ne sta scendendo l’aria
è un modo molto gaggio per dire che sta piovendo. Il brutto tempo, stando alle
previsioni, attaccherà Cagliari per tutta la domenica. Scallonisi.
![]() |
La mia maglietta presa a Brighton da Urban Outfitters è una figata♥ |
Motivazioni valide per andare a letto e leggere Il fu Mattia Pascal per scuola:
Direi che le motivazioni sono validissime.
lunedì 22 agosto 2011
#me - Grande?
Mercoledì, all’ora di pranzo, partirò per Madrid. Viaggio dei 18 anni con i miei amici. Tutto prenotato, valigie da fare –ma sono cinque giorni, lascio la valigia mezza vuota. Mmm visto che è mezza vuota magari quello ci sta. E anche quell’altro. La valigia sarà piena, me lo sento-.
Non mi sento 18 anni. Sapevo che non sarebbe cambiato niente, me l’avevano detto e me l’ero immaginato. Ma io avevo la piccola speranza di sentire qualcosa dentro, un segnale che mi avvertisse di essere grande. A 18 anni ci si sente grandi, padroni del mondo e capaci di fare tutto, e volevo capire come ci si sentisse.
E invece niente, ho ancora la voce da gallina e dimostro 15 anni (beh, l’anno scorso me ne hanno dato 14, quindi quest’anno ne dovrei dimostrare almeno 15, no?). 18 anni sono solo un numero, non una sensazione. Non sono ancora indipendente (“Mamma, da oggi sarò indipendente in tutto e per tutto!” “Allora inizierai a lavarti le mutande da sola?” “Ehhh! No aspetta non sono così tanto indipendente!”) e non sono grande.
Ma va bene così.
![]() |
Sembro pure presentabile :D |
giovedì 14 luglio 2011
#me - Capelli
Io ho proprio due capelli messi in croce. Due due, eh. Moltiplicati per venti milioni, ma pur sempre due. Sto ancora maledicendo i miei geni da parte di padre, che mi hanno donato una capigliatura folta, crespa e indomabile che mi fa spendere un po’ in prodotti dalla parrucchiera.
Oggi, non sapendo che fare, li ho lavati, asciugati col phon e piastrati.
N.B.: In estate io non mi asciugo mai i capelli col phon. Il caldo mi ha proprio dato alla testa :D
mercoledì 6 luglio 2011
#me - Delirio
![]() |
Sguardo sensuale di una demente alle 3.40 di notte. O del mattino. No, non mi sono struccata (è solo l’eyeliner!) e non so mettere l’eyeliner uguale su tutti e due gli occhi. |
Sono sveglia. Verso le 2.00 ho mangiato pane carasau con mortadella e ho bevuto succo di frutta alla pesca. Ho un pigiama con le rane. Dovrei dormire.
![]() |
Stitch ha una pistola puntata. Io sono demente. |
![]() |
Il mio pigiama ranocchioso <3 |
domenica 3 luglio 2011
#me - Ogni tanto aggiorno
![]() |
Uh, questa sono io che mi nutro costantemente di Cremino e che, per pigrizia, uso solamente la spuma sui capelli in modo da non dovermi pettinare/usare phon e poi piastra. Per il caldo. |
Fra tre settimane esatte partirò a Brighton in vacanza studio. Sarò ospite di una famiglia insieme a uno/a (credo, non so se saranno di più) ragazzo/a di un’altra nazionalità, per evitare che gli italiani facciano cricca (LOL) e non imparino una mazza di inglese. Al momento le mie paure peggiori sono il bagno e il cibo: innanzitutto sono molto schizzinosa per quanto riguarda il cibo, non assaggio niente e se una cosa non mi ispira non la mangio neanche sotto minaccia di morte lenta e dolorosa. E poi il bagno: ho il terrore di essere troppo lenta a lavarmi e…non lo so, ma il bagno mi spaventa. Diciamo che mi trovo a mio agio solo nel mio bagno di casa.
E poi ho un altro grande problema che mi rende un po’ triste: non ci sarò per il compleanno del mio ragazzo. Io sto fuori dal 24 luglio al 7 agosto, e lui compie gli anni (18 anni!) il 30. Riuscirò a farmi perdonare, però u_u
E…niente. Stasera andrò in discoteca per la prima volta (…): non me ne frega niente di niente, ma ci vanno tutti i miei amici e mi hanno convinta. Prima e ultima volta, lo giuro su me stessa. La discoteca non mi ha mai attirato, sono una da serate tranquille in compagnia (:
Mi sento molto come la me tredicenne che scriveva ogni cazzata sul suo blog <3
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